85600 - GEOGRAPHY OF CULTURAL AND INTERCULTURAL HERITAGE

Anno Accademico 2021/2022

  • Docente: Giorgio Mangani
  • Crediti formativi: 6
  • SSD: M-GGR/01
  • Lingua di insegnamento: Inglese
  • Modalità didattica: Convenzionale - Lezioni in presenza
  • Campus: Ravenna
  • Corso: Laurea Magistrale in International cooperation on human rights and intercultural heritage (cod. 9237)

Conoscenze e abilità da conseguire

The course unit deals with the analysis of the role that cultural heritage has played and still plays in the building and functioning of the modern nation state. The issue of the so called “places of the memory” became, in the late Eighties of the last century, a mainstream topic, as they were introduced in the scientific debate by the French historian Pierre Nora about the difference between history and memory. The places of memory and their identification with the notion of heritage have become in modern age more important than before, because it speeded up the processes of consumption of the “traditions". Cultural heritage is also frequently a territory of strong conflicts, representing, sometimes in a hostile way, the fetish of the national patriotism. An exemplary case is provided by the meanings and ways the landscapes have been imagined and represented from Renaissance onwards. Another exemplary case was the “invention” of the classical tradition which preceded Italian and European Renaissance. Recent dramatic events about Palmira’s partial destruction show how even this “pidgin” translation of the cultural heritage hides its potential use as a weapon. The course unit will pay particular attention to the different ways adopted by the European and extra-European national authorities for conserving and managing their cultural heritages, highlighting the need for a sort of "geographic" and "ethnographic" sensibility in dealing with different local cultures and administrative traditions. By the end of the course unit, students are able to correctly identify the relationships between places and culture formations, and to interpret them through the complex cross-scalar framework of globalization processes which affects local development.

Contenuti

Cultural and Intercultural Geography of the Heritage

Dalla costruzione dello Stato Nazione alla economia della conoscenza

Il corso verte sul rapporto che il Cultural Heritage ha costruito storicamente (prima parte) con la nascita, il radicamento e il funzionamento degli stati nazione moderni e dello stato territoriale attraverso modalità come la cosidetta “invenzione della tradizione” nazionale e la formazione della “identità nazionale”.

Una seconda parte del corso ha carattere teorico ed analizza come il Cultural Heritage viene interpretato, nella sua versione di “Capitale Sociale” e “Capitale Culturale”, e di “Beni Comuni” nello sviluppo locale, specie nella fase di ripensamento della economia postfordista.

In questo ruolo il Cultural Heritage è soggetto ad un ripensamento radicale rispetto alle forme che aveva assunto e al ruolo svolto nella stagione dello stato territoriale, assumendo caratteri di “internazionalizzazione” che ne modificano il significato originario nella nuova economia globale fatta di territori locali posti in competizione reciproca (Territorial entrepreneurship) quali network composti da capitale culturale, capitale sociale, governance, infrastrutture tecnologiche ed economiche.

Una terza parte del corso si dedica alle “pratiche” dello sviluppo locale che fanno uso strategico delle risorse culturali: saranno analizzati i metodi del New Management del Cultural Heritage, il cosidetto Culture-driven development,l’economia della conoscenza, la città creativa considerati gli approcci più evoluti allo sviluppo locale incentrato su cultura, Cultural Heritage e creatività.

Casi esemplari. Durante il corso saranno presentati casi esemplari di “invenzione delle tradizioni” (l’invenzione della tradizione classica come fondamento della civiltà occidentale per opera di Ciriaco d’Ancona nel XV secolo, l’invenzione del kilt scozzese come simbolo della identità nazionale nel XVIII secolo); alcuni casi “estremi” e paradossali di applicazione del management del Cultural Heritage a contesti culturali lontani dalla tradizione amministrativa, legale e culturale anglosassone (fondata sulle common laws) ed alcune esperienze di città creative come Linz (Austria) e Nantes (Francia).


Testi/Bibliografia

L’esame finale (in lingua inglese) consisterà in una discussione sul corso del quale sarà fornita una sintesi scritta. Oltre a rispondere ad alcune domande sul corso, lo studente potrà scegliere di approfondirne gli argomenti scegliendo di studiare uno dei seguenti testi: Graham, B., Ashworth, G., Tumbridge, J., A Geography of Heritage. Power, Culture, and Economy, London, Routledge, 2016 (almeno due parti del volume); Anderson, B., Immagined communities. Reflections on the Origins and Spread of Nationalism, Verso Books, 2016; Hobsbawm, E., Ranger, T., eds, The invention of tradition, Cambridge University Press, 1992; Zan, L., Bonini Baraldi, S., Lusiani, M., Shoup, D., Ferri, P., Onofri, F., Managing Cultural Heritage, London and New York, Routledge, 2015; Richards, G., Duif, L., Small cities with big dreams. Creative Placemaking and Branding Strategies, London and New York, Routledge, 2019 (Sul management del cultural heritage e le cosidette "creative economies"). Tutti i libri sono reperibili anche in edizione digitale.

Il manuale del corso è scaricabile su:

http://amsacta.unibo.it/6816/1/POLITCS-OF-THE-HERITAGE-Giorgio-Mangani.pdf

 

Metodi didattici

Lezioni frontali, seminari, approfondimenti.

Modalità di verifica e valutazione dell'apprendimento

Discussione sul corso e possibile elaborazione, da parte dello studente, di un testo di approfondimento di uno dei temi discussi.

Strumenti a supporto della didattica

Documentazioni specifiche elaborate per il corso. Verranno forniti un testo con la sintesi delle lezioni e riferimenti bibliografici sintetici.

Orario di ricevimento

Consulta il sito web di Giorgio Mangani