77989 - BENI CULTURALI ECCLESIASTICI

Anno Accademico 2020/2021

  • Docente: Antonello De Oto
  • Crediti formativi: 7
  • SSD: IUS/11
  • Lingua di insegnamento: Italiano
  • Moduli: Manuel Ganarin (Modulo 1) Antonello De Oto (Modulo 2)
  • Modalità didattica: Convenzionale - Lezioni in presenza (Modulo 1) Convenzionale - Lezioni in presenza (Modulo 2)
  • Campus: Ravenna
  • Corso: Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Giurisprudenza (cod. 9233)

    Valido anche per Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Giurisprudenza (cod. 0660)

Conoscenze e abilità da conseguire

Lo studio del comparto tematico dei beni culturali ecclesiastici investe diversi aspetti: dall’illustrazione delle specificità che li contraddistinguono, alla loro regolamentazione giuridica complessa, trattandosi di beni mixti fori, sui quali insiste cioè una doppia ‘giurisdizione’, per così dire, quella statale e quella canonica o comunque confessionale, sia per il profilo dell’appartenenza, sia soprattutto per il sovrapporsi da una parte di interessi storico-artistico-culturali ovvero di interessi economico-patrimoniali, e dall’altra di interessi cultual-liturgico-pastorali, dunque religiosi. Nella dizione beni culturali ecclesiastici vengono ricomprese realtà variegate e assai importanti per l’identità e la valorizzazione di un territorio (e quello ravennate è esemplare in questo senso): edifici di culto, pievi, abbazie, conventi, monasteri, ma anche biblioteche, archivi, musei, opere pittoriche e musive, monumenti e sculture, nonché altre realizzazioni dell’esperienza spirituale che hanno scandito due millenni della vita italiana ed europea. Il corso intende sviluppare la cognizione del quadro giuridico ed istituzionale nel quale le problematiche che investono questo cruciale ambito debbono trovare soluzione. Si esplorerà l’articolato sistema normativo che coniuga, a partire dalle fonti concordatarie, la legislazione canonico-confessionale e quella civile secondo diversi piani di armonizzazione: da quello centrale (che impegna direttamente i vertici dello Stato e delle Chiese) a quello periferico (che viene nutrito da intese tra autorità ecclesiastiche locali ed autorità civili regionali, provinciali e comunali). Saranno oggetto di analisi giuridica le molteplici forme di collaborazione cui i poteri secolari e le confessioni religiose sono vocate per la protezione e la promozione dei beni culturali a connotazione religiosa al fine di contemperare e far fecondamente interagire i differenti interessi che sui medesimi si concentrano. Verrà dato spazio alla redazione di progetti di tutela e valorizzazione del patrimonio storico artistico e culturale di interesse religioso e non, al fine di consentire un’utilizzazione pratico-professionale delle conoscenze acquisite, nella prospettiva altresì di reperimento di finanziamenti pubblici e privati.

Contenuti

Modulo 1 - DIRITTO CANONICO - Cenni su fonti di produzione e fonti di cognizione del diritto canonico - Concetto di “beni della Chiesa”, “beni ecclesiastici”, bona temporalia. Le modifiche intervenute nella struttura patrimoniale della Chiesa, in particolare nelle diocesi. I soggetti e gli organi investiti di responsabilità e di funzioni nell’amministrazione dei beni ecclesiastici; in particolare la disciplina dell’alienazione - Gli antecedenti più remoti della normativa canonica in materia di patrimonio storico-artistico: la tutela legislativa del patrimonio monumentale di Roma - I “beni culturali” nel Codex Iuris Canonici del 1917 - I “beni culturali” nella legislazione posteriore: le lettere della Segreteria di Stato ai vescovi d’Italia e la Pontificia Commissione centrale per l’arte sacra - Il nuovo impulso impresso in materia dal Concilio Vaticano II. La lettera “Opera artis” della Congregazione per il clero ai Presidenti delle Conferenze Episcopali - Il diritto particolare canonico prodotto in materia dalla Conferenza Episcopale Italiana. Le disposizioni promulgate il 14 giugno 1974: “Tutela e conservazione del patrimonio storico artistico della Chiesa. Norme dell’Episcopato italiano”; il documento del 9 dicembre 1992: “I beni culturali della Chiesa in Italia. Orientamenti”. L’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici - I “beni culturali” nel nuovo Codex Iuris Canonici per la Chiesa cattolica latina del 1983; cenni sulla disciplina contenuta nel Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium per le Chiese cattoliche orientali del 1990 - In particolare la disciplina canonistica degli archivi ecclesiastici, dei musei ecclesiastici, delle biblioteche ecclesiastiche - Organismi della Curia Romana competenti al riguardo: in particolare la Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa - L’attività internazionale e sovranazionale della Santa Sede in tema di beni culturali

Modulo 2 - DIRITTO ECCLESIASTICO - Cenni sugli enti ecclesiastici proprietari, detentori e possessori di beni culturali nell’ordinamento giuridico italiano: l’Istruzione in materia amministrativa della Conferenza Episcopale Italiana - La tutela del patrimonio storico-artistico nella legislazione italiana dalla stagione liberale al fascismo - La disciplina introdotta dalla legge n. 1089 del 1 giugno 1939, in particolare l’art. 8. La disciplina dei beni storico-artistici e di quelli destinati al culto nel Codice Civile del 1942 - La tutela dei “beni culturali” nel nuovo impianto costituzionale dello Stato democratico e repubblicano. L’art. 9 della Costituzione. Il dibattito sugli interessi religiosi coinvolti nella tutela dei beni culturali - L’Accordo di modificazione del Concordato lateranense del 1984 e la tutela dei beni culturali di interesse religioso. Genesi dell’art. 12 dell’Accordo di Villa Madama. Caratteri generali e dibattito dottrinale: problemi di procedura e di merito. Il principio di collaborazione. “Esigenze del culto” ed “esigenze di carattere religioso”. I beni culturali di interesse religioso nella logica delle res mixtae - L’intesa del 13 settembre 1996 fra il Ministro per i beni culturali e ambientali ed il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana: ampliamento e prospettive di tutela nella “collaborazione” - I beni culturali di interesse religioso tra competenze statali e competenze delle Regioni e degli Enti Locali dopo il D. Lgs. n. 112 del 31 marzo 1998 e la riforma del Titolo V della Costituzione (legge cost. n. 3 del 2001) - L’art. 19 del Testo Unico in materia di beni culturali e ambientali (D. Lgs. 29 ottobre 1999, n. 490) e la programmazione plurilaterale - Le biblioteche ecclesiastiche: la normativa canonica, la normativa italiana e la normativa bilaterale, in particolare l’intesa del 18 aprile 2000 in materia tra il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e il Ministro per i beni e le attività culturali - Normativa civile e canonica in materia di musei ecclesiastici - La Convenzione dell’8 aprile 2002 tra l’Istituto per il catalogo e la documentazione del Ministero per i beni e le attività culturali e la Conferenza Episcopale Italiana circa le modalità di collaborazione per l’inventario e il catalogo dei beni culturali mobili appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche - L’art. 9 del nuovo Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio del 2004. Le altre disposizioni di interesse ecclesiasticistico del Codice Urbani. Gli enti ecclesiastici nel Codice Urbani: le novità introdotte dal D. Lgs. 26 marzo 2008, n. 62 - L’intesa del 26 gennaio 2005 tra il Ministro per i beni e le attività culturali e il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana che abroga e sostituisce quella del 13 settembre 1996 - Le più rilevanti intese regionali in materia di beni culturali di interesse religioso - L’Accordo dell’8 marzo 2005 tra il Dipartimento per i beni culturali e paesaggistici del Ministero per i beni e le attività culturali e l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana relativo alle procedure informatizzate utilizzate dagli enti ecclesiastici per la richiesta di verifica dell’interesse culturale degli immobili - La disciplina della circolazione dei beni culturali di interesse religioso - L’esercizio pubblico del culto e l’apertura di templi ed oratori. L’edilizia religiosa, in particolare gli edifici di culto di valore storico-artistico appartenenti al Fondo Edifici di Culto ed il trasferimento di essi all’autorità ecclesiastica. Le competenze in materia di costruzione, manutenzione, ristrutturazione e restauro degli edifici di culto; le norme urbanistiche. Il finanziamento dell’edilizia religiosa. La tutela degli edifici di culto in relazione ad interventi dell’autorità civile. L’art. 831 c.c. La disciplina dei santuari. La disciplina delle sepolture e delle cose mobili destinate al culto. Gli edifici di culto delle confessioni di minoranza - I beni culturali nello Stato della Città del Vaticano - Il turismo religioso, gli itinerari turistico-religiosi, i pellegrinaggi - La normativa in tema di Giubileo dell’anno 2000 ed i suoi risultati permanenti - I beni culturali nella legislazione “negoziata” con le confessioni religiose diverse dalla cattolica - Prospettive di diritto comparato sulla disciplina dei beni culturali di interesse religioso.

Per l’integrazione di 1, 2, 3 crediti mettersi in contatto via e-mail con il docente per concordare un programma personalizzato. Gli studenti Erasmus si mettano in contatto con il docente via e-mail per concordare un programma personalizzato.

Testi/Bibliografia

A.G. CHIZZONITI, Profili giuridici dei beni culturali di interesse

religioso, Libellula Edizioni, Tricase (LE), 2008.

Nel corso delle lezioni i docenti forniranno e indicheranno

supporti didattici e ulteriori materiali di studio e di

approfondimento, anche in relazione agli interessi ed alle

richieste degli studenti. Il materiale sarà gradualmente caricato nella

pagina web del docente e reso accessibile agli studenti unibo.

Metodi didattici

Le lezioni si terranno nel II semestre e pertanto coloro che

ottengono l'attestazione di frequenza nell'a.a. in corso

potranno sostenere l'esame solo a partire dal mese di maggio.

Il corso si svolgerà attraverso lezioni e seminari di

approfondimento. Date e orari dei seminari verranno

tempestivamente comunicati a lezione o con avvisi anche sul

sito Internet di Facoltà.

I docenti si avvalgono di slides che saranno messe a

disposizione degli studenti. Gli studenti frequentanti saranno

invitati a partecipare attivamente all'analisi delle tematiche trattate a lezione:

potranno inoltre preparare, con l'ausilio dei docenti, relazioni su

argomenti specifici di loro interesse che saranno apprezzate in sede

di prova finale, concorrendo alla valutazione complessiva.

Modalità di verifica e valutazione dell'apprendimento

La verifica dell'apprendimento avviene attraverso un esame

finale esclusivamente orale che accerta l'acquisizione delle

cognizioni e delle abilità attese tramite lo svolgimento di un

colloquio con il docente.

Soltanto lo studente che ha già sostenuto gli esami di diritto

costituzionale e di diritto privato è ammesso alla prova finale.

Il colloquio verterà sulle tematiche attinenti a quelle indicate

nella sezione “Programma e contenuti”. La prova comporta

l'attribuzione di un voto.

Attraverso tale colloquio saranno valutate le conoscenze

apprese e le capacità critiche e metodologiche maturate dallo

studente. Egli dovrà dimostrare - oltre al possesso di una

padronanza espressiva e di un linguaggio specifico appropriato

- di orientarsi con sicurezza all'interno delle fonti normative

della materia, di avere una chiara percezione delle informazioni

ricevute e di avere compreso ed idoneamente approfondito le

tematiche affrontate a lezione e delucidate nei libri di testo di

riferimento che dovrà saper esporre ed argomentare

adeguatamente. Capacità, queste, che potranno essere apprese

più agevolmente nel corso delle lezioni, la cui frequenza è

consigliata per migliorare il processo di apprendimento e

dunque il rendimento dello studente in sede di colloquio.

L’iscrizione alla prova finale dovrà essere effettuata mediante

l’applicativo Almaesami.

 

Tesi di laurea

Per l’assegnazione della tesi di laurea lo studente deve recarsi

al ricevimento del docente per discutere e decidere

l’argomento. Le tesi verranno assegnate in via preferenziale agli

studenti che hanno frequentato il corso. 

Strumenti a supporto della didattica

I docenti si avvalgono di slides che saranno messe a

disposizione degli studenti per facilitare la comprensione e

l'assimilazione dei concetti spiegati e degli istituti illustrati.

Durante lo svolgimento delle lezioni i docenti indicheranno e

forniranno testi e materiali integrativi per completare la

preparazione.

Gli studenti che per ragioni dipendenti da disabilità o disturbi

specifici dell'apprendimento (DSA) necessitino di strumenti

compensativi potranno comunicare al docente le loro esigenze

in modo da essere indirizzati ai referenti e concordare

l'adozione degli accorgimenti più opportuni.

Orario di ricevimento

Consulta il sito web di Antonello De Oto

Consulta il sito web di Manuel Ganarin

SDGs

Istruzione di qualità Lavoro dignitoso e crescita economica Città e comunità sostenibili

L'insegnamento contribuisce al perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030 dell'ONU.